EDITORIALE: fiero di essere italiano

Fierissimo di essere nato in questo Paese: abbiamo fatto la storia del gusto, dell’eleganza, dell’intraprendenza. Con l’Impero Romano abbiamo tenuto in pugno il mondo allora conosciuto e, col Rinascimento, il mondo l’abbiamo stupito con la Bellezza, quella con la B maiuscola. L’Italia bella e creativa: i motori, i sapori, l’alta moda… Poi noi: noi italiani capaci di ridere anche quando siamo affranti o un po’… incazzati. Ridiamo e facciamo ridere, perché siamo simpatici, espansivi, ospitali, solidali. Italiani “brava gente” si dice. Si dice anche, però, che siamo indolenti, invadenti, pressapochisti, vigliacchi, truffatori, mafiosetti, voltagabbana, privi di senso civico e di senso dello Stato. Infine si dice – e questo mi fa davvero arrabbiare – che “ci meritiamo il governo che abbiamo; noi li abbiamo votati, noi li abbiamo scelti”.
Non ci sto, perché significherebbe che la politica corrotta è lo specchio dei cittadini: noi siamo così, chi ci governa è come noi.
Falso! La verità è che la politica è mal strutturata. Non sono io a doverla “ristrutturare” ma, umilmente, qualche idea posso esprimerla. Per cominciare: lo Stato siamo noi. Se paghiamo le tasse lo facciamo per noi, perché lo Stato è quello che ci fornisce la Polizia e i Carabinieri (la nostra sicurezza), ci apre le scuole (la nostra formazione), ci cura quando siamo malati (la nostra salute). Quindi dire: “Con le tasse che pago lavoro otto mesi per lo Stato e solo quattro per me” è una sciocchezza: lo Stato siamo noi. Il deputato, il ministro, il pompiere, il sindaco lavorano per noi; e noi, per questo, li paghiamo. Già, pagare. Se non paghi le tasse, se ritardi a “dichiarare” l’Iva sono guai. Oggi i grandi evasori rischiano la galera. Però… un però c’è: lo Stato siamo noi ma non “sta” con noi: non pago le tasse? Vengo multato o, peggio, finisco in cella; tutto bene? No, perché la legge dovrebbe essere uguale per tutti: se un cliente non paga le mie fatture non ho modo di difendermi; se qualcuno entra a casa mia non posso far nulla, salvo chiamare la Polizia quando è già andato via col “malloppo”.
Non fraintendiamoci: non chiedo la libertà di sparare al ladro, di torturarlo o di farlo sbranare dal mio dobermann. Di più: non mi piace l’idea americana per cui tutti possono armarsi di fucili, pistole e cannoni già a 12 anni. Però abbiam bisogno di strumenti: vogliamo poterci difendere dal cliente che non ci paga così come il Fisco si difende dagli evasori. Senza sparare, senza malmenare il ladro, vogliamo quanto meno avere il diritto di chiuderlo in uno sgabuzzino senza incorrere in una denuncia per sequestro di persona. Se non recupero i miei crediti fallisco. Chi non mi ha pagato, invece, non subirà alcuna conseguenza.
L’extracomunitario nordafricano ruba? No, ruba anche lo svedese, il canadese, l’italiano Ma se lo straniero disonesto, senza nome, senza documenti, senza niente di niente viene fermato si farà solo poche ore di cella. Beh, anche per rispetto ai milioni di extracomunitari onesti, questo non va. L’idea di “farsi giustizia da sé” non fa parte delle mie corde, l’ho già detto. Ma una soluzione, semplice semplice, ce l’ho; non è farina del mio sacco, lo scrisse Cesare Beccaria oltre tre secoli fa: la certezza della pena. Se fai questo, incorri in questa punizione. Se non lo fai verrai anche premiato. Siamo italiani. Siamo creativi, altruisti, amanti del bello e pieni di idee. Tra noi c’è qualche truffatore, certo. Ebbene, diamo modo a chi non lo è di potersi difendere.

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