BULLI STOP: FULVIO LA PALMA

“La felicità sta nelle piccole cose”

Fulvio La Palma

Di Maria Cristina Del Cuore

 

Nato a Brindisi, Fulvio La Palma si è trasferito a Roma per studiare recitazione. Attualmente frequenta il secondo anno in un’accademia di recitazione romana. Calca i palcoscenici romani e ha partecipato allo spettacolo teatrale per Bulli Stop. È un ragazzo che ha ancora la capacità di stupirsi delle piccole cose, e mi ha promesso che cercherà di mantenere il “bambino” che è in lui.

 

Fulvio, la domanda sorge spontanea: sei a Roma da due anni per la tua professione di attore, come hai conosciuto Bulli Stop?

“Grazie ad un amico che frequenta l’accademia insieme a me. Al liceo partecipava agli spettacoli teatrali che Bulli Stop organizza ogni anno per sensibilizzare i ragazzi sul tema del bullismo. È rimasto in contatto con loro, e mi ha chiesto di partecipare allo spettacolo di fine anno. Ho interpretato uno stilista, una persona abbastanza particolare che non si comporta bene con il prossimo. Lo spettacolo ha affrontato anche il tema del Cyberbullismo. Trovo interessante far passare questo tipo di messaggio attraverso il teatro; guardare da spettatore ciò che accade può essere più forte ed efficace delle parole. A volte il tema è affrontato anche con un certo umorismo: come direbbe Pirandello, il sentimento del contrario, l’altra faccia della medaglia. In ogni caso vorrei continuare a sostenere il gruppo di Bulli Stop, sto cercando di fare formazione per poter partecipare anche ai dibattiti nelle scuole, organizzati dal Centro Nazionale Contro il Bullismo”.

 

La tua famiglia ha appoggiato la tua scelta professionale?

“Assolutamente sì, per fortuna, aggiungo. Sai, al sud esiste ancora un concetto di famiglia molto forte, ma loro si sono dimostrati sin da subito dalla mia parte, anche se questo ha significato lasciare Brindisi e venire a Roma. Lì non ci sono accademie teatrali. Rimanendo sul tema del teatro, vorrei aggiungere una cosa riguardante il bullismo: molti ragazzi indossano una maschera per essere accettati. Gli adolescenti sono spesso fragili, soprattutto nella fascia di età tra i 15 e i 16 anni; si sentono grandi, ma in realtà non lo sono. La linea tra vittima e carnefice, a volte, può essere molto sottile: anche il bullo è fragile e, magari, a sua volta ha subito episodi di bullismo. Recentemente mi sono imbattuto in uno scritto di Roberto Benigni in cui parlava delle diversità. Ecco, vorrei dire che non bisognerebbe avere paura di esprimersi. Per raccontare di sé bisogna avere il coraggio di farlo”.

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